Lecco celebra il Primo Maggio: 'Morire sembra faccia parte del lavoro. Non è così'

Un altro primo maggio al Caleotto. Ancora una volta, a Lecco le celebrazioni della Festa dei Lavoratori si sono aperte al Monumento commemorativo dedicato a tutti coloro che, per portare a casa il pane, hanno perso la vita. Ed è da lì che è stato ribadito il basta a queste morti. Non poteva essere altrimenti.
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“Lavorare non è e non può essere morire”: la prima a far levare la sua voce in questo senso è stata la vicesindaca Simona Piazza che, nel proprio intervento, in rappresentanza del sindaco Mauro Gattinoni e dell'amministrazione comunale, ha descritto Lecco come “la culla di tante realtà manifatturiere”, ripercorrendone velocemente le vicissitudini storiche legate alle rivendicazioni dei sui lavoratori, a partire dallo sciopero delle filandiere, arrivando poi a citare anche Giuseppe Ongania, sospeso per aver esposto il tricolore il primo maggio. Una digressione necessaria per ribadire poi la necessità, ora, di “rinnovare il nostro impegno”.
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Paola Cavalcanti, Carlo Malugani e Simona Piazza

E da donna, Simona Piazza è tornata a sollecitare la parità di genere sul lavoro, come ha chiesto di colmare tale gap, evidenziando il ritardo del Paese, poi, anche il Capo di Gabinetto della Prefettura Paola Cavalcanti, altra voce “in rosa”, dopo una serie di interventi al maschile che hanno ripreso un altro caposaldo del discorso del vicesindaco, ovvero la necessità di investire in prevenzione.
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Gianfranco Longhi

“La cultura della sicurezza parte dalla scuola” ha sostenuto, infatti, anche Gianfranco Longhi, presidente ANMIL Lecco. Con il senatore Tino Magni che, da Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, ha poi reso noto come proprio ieri, con l'accordo di tutti i partiti,  è stata depositata una proposta di legge a sua prima firma per introdurre la formazione nelle scuole, accogliendo dunque la sollecitazione dell'Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. 

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585.000 gli infortuni registrati nel 2023, 1.043 i morti. E il 2024 sta andando ancora peggio, con  119 decessi già nei primi tre mesi dell'anno. Numeri preoccupanti. “Morire sembra faccia parte del lavoro. Non è così” la chiosa di Longhi, chiedendo altresì dignità per queste persone, spesso dimenticate dalle cronache e dall'opinione pubblica.
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Si è appellato all'applicazione delle “regole di sicurezza, spesso disattese per la logica del profitto” anche il consigliere provinciale Carlo Malugani, intervenuto in rappresentanza della Presidente Alessandra Hofmann, mentre il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli ha assicurato l'impegno da parte di Regione Lombardia a trovare risorse da investire in questo campo, celebrando poi i sindacati e dunque coloro i quali “365 giorni l'anno si impegnano a tutelare tutti”. 
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Presenti ad ascoltarlo diversi delegati di CGIL, CISL e UIL, organizzazioni promotrici anche del concerto previsto per questo pomeriggio – dalle 14.30  - in piazza Cermenati, nel corso del quale le esibizioni di tre gruppi - Biscotti Biscotti, I Luf e I Croccanti – saranno intervallate da interventi a tema.
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La cerimonia del mattino, invece, si è chiusa con l'omaggio ai Caduti del lavoro, non prima dell'appassionato monologo della dottoressa Cavalcanti, anche per conto del Prefetto Sergio Pomponio. Come la vicesindaca, anche il Capo di Gabinetto, si è lasciata ispirare dalla storia, per poi snocciolare i temi dell'oggi, citando i rides ma anche i giovani precari a partita Iva, la questione dei subappalti come quella della delocalizzazione del lavoro. Un quadro complesso, che “esige analisi di contesto preventiva”, soprattutto perché, ha sostenuto, “sicurezza è anche non dimenticarsi dei più deboli”, riportando dunque all'attenzione, dinnanzi alla platea di partecipanti alla commemorazione, la “marginalità”.
A.M.
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